Esistono molte varietà di poliuretano, ognuna con caratteristiche specifiche e differenze sostanziali. Alcune di queste differenze, poi, stanno proprio alla base del processo di sviluppo del singolo materiale, di come reagisce chimicamente.
Una persona inesperta, però, potrebbe fare fatica a comprendere le differenze tra poliuretano termoindurente e poliuretano termoplastico.
Noi di SD, ad esempio, realizziamo stampi in resina e alluminio, e soluzioni a 360° per tutta la filiera dei poliuretani termoindurenti.
Noi, per scelta aziendale, NON ci occupiamo di termoplastici.
Da solo come puoi valutare quale tipo di poliuretano si presta meglio per il tuo progetto?
Ma non preoccuparti, sono qui per questo. Tra poco tutto ti sarà più chiaro.
Partiamo con le sigle: con PU si intende il poliuretano espanso, con TPU invece il poliuretano termoplastico.
Il PU è composto da polioli e isocianati, mentre il TPU è realizzato in polietere o poliestere.
Sì ma concretamente quali sono le differenze? Presto detto.
Il poliuretano termoindurente è composto da poliolo e isocianato, che nel momento in cui vengono iniettati nello stampo termostatato reagiscono chimicamente trasformandosi in un corpo compatto (catalizzano), prendendo la forma dello stampo stesso in una materia rigida o morbida, a seconda della tipologia di poliuretano.
Questo processo si chiama reticolazione tridimensionale. Questo avviene per effetto combinato di pressione e calore e delle variazioni conseguenti che subiscono modificandone temporaneamente la loro natura.
Ad esempio, tra le tipologie di poliuretano espanso esistenti troviamo quello flessibile, quello integrale e quello rigido.
Questi materiali vengono impiegati in un’ampia gamma di applicazioni.
Se ti interessa conoscere meglio le caratteristiche e applicazioni dei due “estremi” di poliuretano espanso, ho scritto questi due articoli approfonditi a riguardo che potrebbero interessarti:
I materiali termoplastici si presentano invece sotto forma di granuli. Quando finiscono nella pressa d’iniezione, con l’azione del calore, vengono fusi. Una volta fusi si iniettano nello stampo freddo e solidificano secondo la forma che ha lo stampo. In questo modo acquisiscono una grande malleabilità.
Questo processo di riscaldamento, modellazione e raffreddamento si può ripetere diverse volte per raggiungere quello che vogliamo come risultato finale. Se infatti riscaldiamo di nuovo questo materiale tornerà ad essere lavorabile.
Come abbiamo visto, la principale differenza tra loro consiste, principalmente, nel comportamento che subiscono nei confronti del calore. In base a questa loro caratteristica dipende la selezione del materiale secondo l’uso finale che se ne deve fare.
Queste composizioni chimiche differenti generano quindi diverse resistenze fisico-meccaniche.
Ora hai sicuramente qualche strumento in più navigare meglio nel mondo delle materie plastiche, e del poliuretano in particolare.
Se non vuoi perderti in tutti questi tecnicismi e desideri raccontarci il tuo progetto potremo sicuramente consigliarti quale tipo di poliuretano meglio si adatta alle tue esigenze.
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